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Channel: Commenti a: Veritas laborat saepe
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Di: vincenzillo

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seia, cerco di spiegarmi partendo dal tuo post, laddove tu dici che in un blog un commentatore è libero di esprimere qualsiasi opinione purché non si arroghi lo status di critico letterario, ma parli da persona comune, lettore, uomo donna bambino. Ecco, questo a me fa venire in mente una delle caratteristiche (per me, dei mali) della nostra letteratura, e più in generale della cultura: la distanza dalla gente. In quest’ottica, per me la rete, in teoria, potrebbe essere utile agli scrittori, per recuperare un rapporto diretto con i sogni della gente, la gente per cui i libri andrebbero scritti, con le sue aspirazioni, le delusioni, le incazzature, le paure. Sarebbe un bagno credo molto salutare, per riavvicinare i due mondi. Purtroppo, come sappiamo, non lo è.
(Naturalmente parlo in generale, non di tutti sempre e comunque. E inoltre, se per te i due mondi sono già vicini, o se non te ne frega niente di riavvicinarli, è ovvio che il mio discorso non tocchi nessuna tua corda, beninteso).


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